Calendario Magico
|
In molte religioni neopagane, la Ruota dell'Anno rappresenta il ciclo
naturale delle stagioni, commemorato con la celebrazione di otto sabbat.
Secondo il neopaganesimo, tutte le cose della natura sono cicliche, compreso lo
scorrere del tempo che viene immaginato come una ruota che gira incessantemente;
lo scorrere delle stagioni si riflette nella nostra vita: nascita, crescita,
declino e morte.
Gli otto sabbat segnano otto tappe lungo il percorso dell'anno e simbolizzano
altrettante tappe nella vita del Dio, che nasce dalla Dea, cresce fino a
diventare adulto, si accoppia con lei, regna come re durante l'estate per poi
indebolirsi e morire, dando inizio al nuovo anno.
Le date tradizionali per i sabbat sono:
-
Samhain (vigilia del 31 ottobre), inizio dell'anno.
-
Yule (solstizio d'inverno, 21 dicembre).
-
Imbolc o anche ,
Imbolic, Oimelc, Brigid o Bride
(2
febbraio e vigilia).
-
Ostara o
anche Eostre
o Eostar (equinozio
di primavera, 21 marzo).
-
Beltane
o Beltaine
(1 maggio
e vigilia).
-
Litha
(solstizio d'estate, 21 giugno).
-
Lughnasadh
(scritto anche Lunasa
o Lughnasa)
oppure Lammas
(1 agosto
e vigilia).
-
Mabon o Modron
(equinozio d'autunno, 21
settembre).
|
Le date indicate sono valide per l'emisfero nord, dove queste feste hanno
avuto origine, coloro che abitano a sud dell'equatore
dovrebbero cambiare le date di conseguenza, per riflettere l'andamenteo
stagionale del loro emisfero (in pratica traslando ogni ricorrenza di sei mesi).
Ad esempio, in Australia
Samhain andrebbe celebrato il primo maggio, mentre in Germania
si celebrerebbe contemporaneamente Beltane.
Nonostante le festività citate siano (almeno in alcuni casi) di sicura
origine antica (perlopiù celtica),
pare che l'idea di una "Ruota dell'Anno" formalizzata in questo modo
risalga a Ross
Nicholls che la diffuse negli anni
'50.
Ci sono chiare similitudini fra i sabbat e molte feste
cristiane, non è escluso che molte date per le celebrazioni cristiane
fossero decise in base a diversi motivi, non ultimo la necessità di competere
con le festività pagane.
Bisogna comunque ricordare che molte feste cristiane hanno avuto origine dal
bacino del mediterraneo, mentre i sabbat si rifanno a feste pagane diffuse
nell'Europa settentrionale
Samhain
Samhain indica la stagione invernale per gli antichi
Celti.
La pronuncia (solitamente sow-in, ma anche Sown (fa rima con clown)
o seh-VAIN), varia molto fra le diverse popolazioni celtiche. La parola
probabilmente deriva dal gaelico
samhraidhreadh ("fine dell'estate"). Samhain è anche noto come
Calan
Gaeaf in Galles.
Bealtaine, Lúnasa e Samhain sono tutt'ora i nomi di mesi
di Maggio, Agosto
and Novembre
nella lingua irlandese.
I Celti dividevano l'anno in quattro parti: Samhain (inverno), Imbolc (primavera),
Beltane (estate)
e Lughnasadh
(autunno). I
Celti erano influenzati principalmente dai cicli lunari e delle stelle che
segnavano lo scorrere dell'anno agricolo che iniziava con Samhain (in novembre),
alla fine dei raccolti, quando il terreno veniva preparato per l'inverno.
La vigilia di Samhain (in irlandese Oidhche Shamhna) era una delle
festività principali del calendario celtico, probabilmente celebrata il 31
ottobre, rappresentava l'ultimo raccolto. Oggi in Irlanda Oíche Shamhna
indica la notte di Halloween.
I falò hanno sempre avuto un ruolo importante in questa festa. Anche in epoca cristiana
i villici erano usi lanciare nel fuoco le ossa del bestiame macellato (il
bestiame aveva un ruolo prominente nel mondo gaelico pre-cristiano). Una volta
che i falò erano stati accesi, tutti gli altri fuochi venivano spenti ed ogni
famiglia prendeva solennemente il nuovo fuoco dal falò.
Come molte feste celtiche, veniva celebrata a più livelli: dal punto di
vista materiale era il tempo della raccolta e dell'immagazzinamenteo del cibo
per i lunghi mesi invernali. Essere soli in questa occasione significava esporre
sé stessi ed il proprio spirito ai pericoli dei rigori invernali. Naturalmente,
questo aspetto della festa ha perso in epoca moderna gran parte del suo
significato, visto che oggi le carestie fortunatamente non costituiscono più un
problema come presso le antiche società rurali.
Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Per i
celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù
ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di
Samhain era una cosa molto importante (in Irlanda questa sarebbe stata Fleadh
nan Mairbh ("Festa dei Morti")). Questo era il periodo più magico
dell'anno: il giorno che non esisteva. Durante la notte il grande scudo di Skathach
veniva abbassato, eliminando le barriere fra i mondi e permettendo alle forze
del caos di invadere i reami dell'ordine ed al mondo dei morti di entrare in
contatto con quello dei vivi. I morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che
frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro
onore. Da questo punto di vista le tribù erano un tutt'uno col loro passato ed
il loro futuro. Questo aspetto della festa non fu mai eliminato pienamente,
nemmeno con l'avvento del cristianesimo.
Infine, dal punto di vista dell'ordine cosmico, il sorgere delle Pleiadi,
le stelle dell'inverno, segna la supremazia della notte sul giorno. In alcune
parti della Bretagna
occidentale, si usa cucinare le kornigou,
torte a forma di corna di cervo, a simboleggiare il Dio cornuto che perde le
corna prima di ritornare nel suo regno nell'aldilà.
Quando i Romani
entrarono in contatto coi Celti, identificarono Samhain con la loro festa dei
morti (Lemuria)
che era però celebrata nei giorni attorno al 13
maggio. Con la cristianizzazione venne istituita la festa di Ognissanti
(1 novembre),
mentre il 2
novembre si celebra il Giorno
dei morti. Attualmente nei paesi di cultura anglossassone si celebra invece
la festa di Halloween.
|
Su
Yule
Nella tradizione germanica
precristiana, Yule era la festa del solstizio
d'inverno. Nel neopaganesimo,
soprattutto germanico
odierno rappresenta uno degli otto giorni solari, o sabbat;
viene celebrata intorno al 21
dicembre nell'emisfero
settentrionale e intorno al 21
giugno in quello
meridionale.
Yule è anche un termine arcaico per il Natale
(con questo significato viene riportato, per esempio, nei dizionari della lingua
inglese; il termine appare ancora in alcuni canti natalizi ed è tuttora
usato in alcuni dialetti scozzesi).
Etimologia
L'etimologia della parola "Yule" (Jól) non è chiara. È
diffusa (ma probabilmente errata) l'idea che derivi dal norreno
Hjól ("ruota"), con riferimento al fatto che, nel solstizio
d'inverno, la "ruota dell'anno si trova al suo estremo inferiore e inizia a
risalire". I linguisti suggeriscono invece che Jól sia stata
ereditata dalle lingue germaniche da un substrato linguistico pre-indoeuropea.
Nei linguaggi scandinavi,
il termine Jul ha entrambi i significati di Yule e di Natale,
e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il
termine si è diffuso anche nelle lingue finniche (e indica il Natale), sebbene
tali lingue non siano di ceppo germanico.
La festa di Yule tradizionale
Non si sa molto sulla festa di Yule nella tradizione nordica. È certo che la
celebrazione avvenive durante il solstizio invernale in epoca precristiana.
Nonostante i siano numerosi riferimenti a Yule nelle saghe islandesi, vi
si trovano solo pochi e parziali resoconti circa la natura delle celebrazioni.
Si trattava comunque di un periodo di riposo e danze, che in Islanda
continuò a essere celebrato per tutto il medioevo,
fino all'epoca della riforma.
Si sa anche che durante la festa avveniva il sacrificio di un maiale
in onore del dio nordico Freyr, una
tradizione che è rimasta nella cultura scandinava, in cui a Natale si consuma
carne di maiale.
Rouche
riporta che le confraternite
di artigiani del IX
secolo (che in seguito divennero gilde),
furono denunciate dal clero cattolico per i loro patti di reciproco sostegno,
formulati in banchetti annuali che si tenevano il 26
dicembre, "giorno di festa del dio pagano Jul", in cui venivano
evocati demoni e spiriti dei morti (p. 432).
Relazioni con il Natale moderno
Quando i missionari iniziarono la conversione
dei popoli germanici, adattarono alla tradizione cristiana molti simboli e feste
locali (fu lo stesso Gregorio
Magno, tra gli altri, a suggerire apertamente questo approccio alle
gerarchie ecclesiastiche ).
La festa di Yule venne quindi trasformata nel Natale, mantenendo però alcune
delle sue tradizioni originarie. Fra i simboli moderni del Natale che parrebbero
derivare da Yule compare, fra l'altro, l'uso decorativo del vischio
e dell'agrifoglio.
Yule nel neopaganesimo
Attualmente, con Beltane
e Samhain,
Yule è una delle principali festività neopagane. In alcune tradizioni si
commemora la morte dello Oak King ("Re Quercia"),
che simbolizza l'anno vecchio ed il sole al declino, per mano del suo
successore, Holly King ("Re Agrifoglio") che simboleggia l'anno
nuovo ed il sole che inizia la sua ascesa. In altre tradizioni si celebra la
nascita del nuovo dio
Sole. Il rituale tradizionale è una vigilia celebrata dal tramonto all'alba
successiva (la notte più lunga dell'anno) per assicurarsi che il sole sorga
nuovamente. Fra i sabbat
neopagani, Yule cade è preceduto da Samhain
e seguito da Imbolc.
Su
|
Imbolc
Imbolc (o anche Imbolg, Imbolic, Oimelc, Brigid
oppure Bride) è uno degli otto sabbat neopagani.
Originariamente era una festa irlandese
celebrata il primo
febbraio (e la notte precendente), attualmente si celebra il primo o il 2
febbraio (quest'ultima data più utilizzata in America,
forse per una confusione con la Candelora).
Nell'emisfero sud si celebra in agosto.
Il termine "Imbolc" in irlandese significa "in grembo",
in riferimento alla gravidanza delle pecore, ed è anche il termine celtico
per "Primavera". Altri nomi per questa festività sono "Oimelc"
("latte di pecora") e "Brigid"
(dal nome della dea celtica a cui il giorno è consacrato).
La festività celebra la luce, che si riflette nell'allungamento della durata
del giorno, e la speranza per l'arrivo della primavera. È tradizione accendere
tutte le luci della casa per alcuni minuti, ed i riti consumati in
quest'occasione di solito prevedono l'uso di molte candele.
Alcuni neopagani sostengono che la festa cristiana della Candelora
sia una cristanizzazzione della festa di Imbolc ma non esiste nessuna evidenza
del fatto che Imbolc fosse celebrata in epoca pre-cristiana al di fuori dell'Irlanda
(da cui provengono gli unici resoconti scritti), mentre la festa della Candelora
ha origine nel bacino del Mediterraneo.
|
Su
Ostara
Ostara (o anche Eostre oppure Eostar) è uno degli otto
sabbat neopagani;
si celebra il giorno dell'equinozio
di primavera
(21 marzo
nell'emisfero nord, 21
settembre nell'emisfero sud).
I popoli anglo-sassoni
chiamavano il mese lunare corrispondente all'incirca al nostro aprile,
Eostre-monath, e in questo periodo celebravano feste in onore della dea Eostre
associata a vari aspetti connessi col rinnovarsi della vita quali la primavera,
la fertilità e la lepre (per la velocità con cui prolifica).
Probabilmente, quando sopraggiunse l'usanza cristiana
della Pasqua,
ancora priva di un nome, il nome di "Eostre" venne associato alla
festività che si celebrava praticamente nello stesso periodo (nome ora divenuto
Easter in inglese e Ostern in tedesco). Una conferma in tal senso
deriva dalla tradizione del congilio pasquale, diffusa soprattutto nei paesi
anglosassoni.
|
SU
Beltane
Beltane o Beltaine (dal gaelico
irlandese Bealtaine o dal gaelico scozzese Bealtuinn; entrambi
dall'antico irlandese Beletene, "fuoco luminoso") è un antica
festa gaelica
che si celebra attorno al primo
maggio. "Bealtaine" è anche
il nome del mese di maggio in irlandese ed è anche tradizionalmente il primo
giorno di primavera in Irlanda.
È il giorno situato a metà fra l'equinozio
di primavera ed il solstizio
estivo, astronomicamente il giorno corretto è il 5
maggio.
Fonti gaeliche del X sec. affermano che i druidi
accendevano dei falò sulla cima dei colli e che vi conducevano attraverso il
bestiame del villaggio per purificarlo ed in segno di buon augurio. Anche le
persone attraversavano i fuochi, allo stesso scopo. L'usanza persistette
attraverso i secoli e dopo la cristianizzazione (i popolani sostituirono i
druidi nell'accendere i fuochi), fino agli anni
'50. La celebrazione sopravvive ancora oggi in alcuni luoghi, dove
principlamente le persone vengono fatte passare atraverso i fuochi. Una
celebrazione di Beltane si tiene ogni anno la notte del 30 aprile a Calton
Hill, presso Edimburgo
(Scozia), a cui
partcipano circa 15.000 persone.
Beltane è una festività prettamente gaelica non "celtica",
dato che altri popoli celtici come i Gallesi,
i Bretoni
ed i Galli non
celebravano questa ricorrenza.
Neopaganesimo
Nel neopaganesimo
Beltane o Beltaine indica uno degli otto sabbat,
celebrato il primo
maggio. Anche se la festività riprende alcuni aspetti della festa gaelica
(come i falò), sembra più legata alla celebrazione germanica
di Calendimaggio,
sia per il significato di festa della fertilità che per i rituali (come la
danza attorno ad un palo ornato di fiori e stringhe, di cui ogni danzatore tiene
un'estremità). Beltaine viene celebrato con una rappresentazione rituale del
rapporto fra il Dio e la Dea.
Tradizioni italiane
La tradizione di accendere fuochi sulle cime delle colline esiste tra l'altro
in molte culture contadine come ad esempio in Piemonte
dove, fino a pochi decenni addietro era tradizione delle Langhe
accendere falò il giorno di San
Giovanni (24
giugno).
|
SU
Litha
Litha è uno degli otto sabbat neopagani
che si celebra al solstizio
d'estate (21
giugno nell'emisfero nord). Il nome, con questa accezione, appare per la
prima volta nel Il
Signore degli Anelli di Tolkien,
prima indicava l'intera stagione estiva.
|
SU
Lughnasadh
Lughnasadh è una festività gaelica
celebrata il primo
agosto, alcuni irlandesi
la celebrano ancora con danze e fuochi. Lughnasadh significa
"Agosto" in gaelico.
Neopaganesimo
Nel neopaganesimo
Lughnasadh (o anche Lunasa o Lughnasa) è uno degli otto sabbat
(celebrato il primo
agosto nell'emisfero nord), il primo dei tre che celebra il raccolto
autunnale (gli altri sono Mabon
e Samhain).
La festa ricorda il sacrificio del Dio (sotto forma di grano): nel suo ciclo di
morte (per dare nutrimento alla popolazione) e rinascita, il grano veniva
identificato come uno deli aspetti del dio
Sole, che i Gaelici chiamavano Lugh.
Viene anche usato il nome Lammas
preso da una festa anglosassone poi cristianizzata che si svolgeva nello stesso
periodo, che potrebbe o meno avere la stessa origine. Come indica il nome (da loaf-mass,
"festa dei pani"), si tratta di una festa di ringraziamento per il
pane, che rappresenta il primo frutto del raccolto.
Alcuni neopagani celebrano la festa cucinando una figura del Dio fatta di
pane per poi sacrificarla e consumarla ritualmente
|
SU
Mabon
Nella mitologia celtica, Mabon
("giovane uomo") era figlio di Modron. Era un dio cacciatore che fu
rapito alla madre tre giorni dopo la nascita. Visse poi ad Annwn finché venne
salvato da Culhwch. A causa del suo soggiorno ad Annwn, Mabon rimase giovane per
sempre.
Mabon in seguito assistette Culhwch nella sua ricerca di Olwen.
Festività neopagana
Nel neopaganesimo,
Mabon è uno degli otto sabbat che si celebra nell'equinozio d'autunno
(21 settembre nell'emisfero Nord, 21 marzo in quello Sud).
La festività è una festa di ringraziamento per i frutti della terra e
sottolinea la necessità di dividerli con gli altri per assicurarsi la
benedizione del Dio e della Dea durante i mesi invernali.
La Valle dei Sogni
Leggimi
Fonte testo Wikipedia
-enciclopedia libera- GNU
FDL
Fonte immagine: google
**Chiudi questa finestra**
|